lunedì 24 gennaio 2011
Fuori classe
"Fuori classe: alla scoperta della scuola Pubblica", leggo in un articolo del giornale. La fiction arrivata ieri in Tv con la ciliegina della littizzeto come protagonista. Un anno di riprese per seguire gli impegni dell'atrice televisiva. Ispirata ad un testo di Domenico Starnone con il figlio Federico come coregista.
Ma perché vedere Fuori classe ti fa subito venire nostalgia di La scuola, firmata Lucchetti? Perché la professoressa Passamaglia, definita come una "donna intelligente, autonoma, ironica" dagli articoli del giornale deva essere nervosa e tesa, guidare come un uomo (cioè, senza smettere di imprecare ed insultare gli altri conducenti, in una Torino poi dove c'è una sola corsia di macchine che procedono tranquille ed ordinate)?
Perché deve, in un solo capitolo:
a) bruciare il pane nel tostapane
b) fare un buco nello schermo della Tv buttandoci addosso il telecomando
c) riuscire a fare cadere l'unica copia delle chiavi di casa nel buco dell'ascensore
d) essere incapace di fare funzionare la macchinetta del caffè a scuola
e) e, quello che è ancora più grave, essere incapace di gestirsi neanche un minuto il rapporto col figlio quattordicenne?
Questo vuol dire essere ironiche, o piuttosto vuol dire fare ridere di sè? E poi mi piace questa scuola dove:
a) Il bidello la fa da padrone assoluto (sapevan tutti)
b) Il vicepreside sembra uscito da un film sulla mafia
c) Anche il giovane precario, ma in giovane e bellino
d) L'insegnante vicina al pensionamento sembra vicina ai settant'anni
e) L'insegnante carina è incasinata
d) Quella d'inglese non riesce a farsi ascoltare dalla classe (ormai diciotteni) neanche per un minuto neanche il primo giorno di scuola ..., e chi più ne ha più ne metta.
Non sono TROPPI luoghi comuni messi insieme?
Che valore ha come immagine della scuola questo squallido panorama?
Come direbbe la mia classe delle sette... Mah!
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