venerdì 23 novembre 2007

per christian

Caro Christian,

Il tuo ultimo post su Pincle mi ha fatto riflettere.

Ci parli dell'anoressia. Hai letto un articolo che ti ci ha fatto pensare.

In primo luogo mi sono accorta che tante volte quando qualcuno dice "io non capisco", in realtà vuole dire: "non voglio saperne", "la cosa non m'interessa", "per me possono andare tutti a quel paese". È un rifiuto, una porta che si chiude

So che non è questo il tuo caso. Tu ci stai dicendo: "Voi ci capite qualcosa?" "Aiutatemi a capire". No?

In secondo luogo mi accorgo che le mamme subito ci precipitiamo su questo argomento: ci sentiamo chiamate in causa. Siamo noi che nutriamo i figli, dai secoli dei secoli. E le figlie. Perché sono per lo più ragazze, colpite da questa terribile, nuova, malattia. Nella società dell'abbondanza, qualcuno, ragazze, si rifiutano di mangiare.

Perché?

C'è qualcosa che non va, ma non in loro, è una malattia che loro soffrono, a cui loro offrono il loro corpo, la loro salute, la propria vita. Fino ad arrivare all'autodistruzione lenta e totale.

Perché?

Perché il valore di una donna, in particolare se è giovane, è di essere desiderabile, bella, snella, sexy, elegante, curata, dolce e mite ... e chi non si adegua a questo modello è tagliata fuori. Questo ci dice la moda, ma anche il cinema e la TV, a cui diamo più retta che alle nostre mamme. Ed a volte anche le nostre mamme (non la mia, per fortuna!).

Così, se non siamo arrivate all'anoressia, molte di noi passiamo la vita in una specie di tortura continua: sempre a dieta, sempre con divieti: questo non posso, quest' altro mi fa ingrassare... Quante amiche abbiamo che hanno provato a fare tutte le diete del mondo? La dissociata, quella del pompelmo, solo proteica, quella dell'ananas... A cambio di cosa?

Finché la misura della bellezza femminile ce la diano gli occhi dei maschi, condizionati dai mass media, ... vita grama ed anoressia. Tremendo.

Voi ne conoscete dei casi? Io sí, sono ragazzine sempre più giovani, obbligate ad essere ragazze 10, oppure ragazze sgraziate, che si sentono lontane dall'armonia e dalla dolcezza che gli si impone. Ci vuole poi molta continuità, molto amore e molta cura e molta comprensione da parte degli amici, della famiglia. Se abbandonate a se stesse e per di più con un lavoro che col corpo ha a che vedere, la cosa diventa ancora più difficile.

Non so, temo che le prospettive non siano rosee.

Per finire con un segnale ottimista mi viene da pensare alla sorella di un mio amico, la cui frase preferita, quando le si offre a tavola qualcosa da mangiare a scelta, è:

(Tipo: "prendi la frutta"?) E lei: "Si grazie, una banana, che ingrassa di più"!


Che ne dici, Christian?

3 commenti:

Gli amici di Georges (Brassens) ha detto...

Cara Ina, non sono d'accordo per niente con il tuo argomento che dice che "non capisco" vuol dire "non voglio sapere". Io voglio sapere, ma non capisco. Mia figlia ha una bell’amica (22 anni ha adesso) che ha sofferto di bulimia per 3 anni. È stato molto duro per noi, per tutti, perché la sua mamma e una buon’amica mia e abbiamo lavorato insieme per aiutare Lorena (questo è il nome de la ragazzina) per superare la sua malattia. Adesso Lorena è guarita da 3 anni, ma Andrea e io non abbiamo dimenticato niente, e posso dire che, quando ne parliamo, le due siamo d’accordo a che non abbiamo capito niente di niente. La sola cosa a fare, penso, è restare acanto delle persone che hanno il problema e lo farlo sapere.

Anna ha detto...

Io sono ottimista in un altro aspetto. Ho comprovato che adesso i dottori prendono sempre sul serio qualsiasi ragazzina che vada al suo consulto per dimagrire, benché siano magre. Parlano molto con loro e arrivano a qualche accordo che vada bene. Gli spiegano che non si può lasciare da mangiare per dimagrire perché questo fa che dopo ingrassano di piú, come si dove fare, fino a che limite, e fanno un seguito. Io penso che questo farà che scendono i casi d’anoressia.

Christian ha detto...

È vero che ci sono certe cose che non capisco, magari perché non ho visto mai un caso viccino a me, sempre è stato nei mass media. Penso, anche, che nessuno può capire realmente a queste ragazze, perché hanno una malattia psicologica e ci vuole essere nella sua testa per capirle. La cosa che capisco di meno, però, è che diciamo (noi, non queste ragazze) che le ragazze vogliono essere più belle così, perché, in fatto, non sono più belle.

Penso anche che le ragazze (anche i ragazzi) sono condizzionate (e pressate) per le media, la moda e tante cose. Una ragazza psicologicamente sensibile è una vittima potenziale di questa malattia. I genitori, la famiglia, gli amici e la gente più prossima devono avere cura di lei.