venerdì 21 novembre 2008

medici in seconda linea

Lungo la vita abbiamo molte occasioni di conoscere come funziona l'assistenza sanitaria in carne propria e sulla carne dei nostri parenti vicini. Non posso dire di averne un'esperienza fuiri dal comune, anche se ho rischiato di essere avviata prima del tempo all'aldilà da un dottore di paese che, invece di mandarmi di corsa all'ospedale e fami operare di appendicite, ha preferito farmi stare due giorni a letto e così l'intervento, d'urgenza, è stato di peritonite perforata. Questo è successo, guarda caso, in Italia sotto natale. Il dottore in questione era convinto che io avesse mangiato troppa cioccolata, malgrado io le assicussi che mia figlia, allora di appena un anno e mezzo, non mi aveva fatto mangiare altro che i ravioli.


A parte questo episodio, io bene, grazie. Mi trascino una importante tendinite da ormai febbraio scorso, che mi ha dato occasione di conoscere più a fondo la logica della mente dei medici. Devo dire che, essendo dipendente dello stato, posso godere di mutue private, meno affollate della cosidetta sanità pubblica.


Ebbene in questi mesi ho fatto delle scoperte curiose, cioè:


I medici non ti guardano, e nemmeno ti toccano. Guardano gli esami, ma mica te. Rissonanze magnetiche, radiografie, eco,... al massimo ti diranno di alzare un po' il braccio.

Che non ti ascoltino è già scontato. Tu puoi insistere che sei migliorata, se gli esami non sono radicalmente cambiati, non c'è stato secondo loro, alcunché miglioramento. Tu potresti essere rimasta a casa ed aver mandato via mail l'ecografia, tanto...


I medici sembrano non avere risorse. Ti offrono sempre le stesse, non quelle che forse andrebbero bene per te. Non garantiscono, però insistono con la cura che a te non ha giovato. Sei tu che se inadatta alle cure, te che sbagli, mica loro.


Sicuramente non ho scoperto un granché, ma fa un altro effetto scoprirlo in carne, per la percisione, in braccio proprio!

mercoledì 19 novembre 2008

Saturno contro






Ieri siamo andati al cimena. A vedere Saturno contro.
Pensavo peggio... chissà perché.
Ed invece mi è piaciuto, il film.
Mi aspettavo il solito pappone predigerito, facile facile e pieno di belle faccie. Problemi di coppia, casalinghe - e donne in generale- frustrate e maschietti in crisi (di coppia e di triangolo).

Beh, sì, era pieno di attori e attrici belli ed alcuni anche bravi. Però.

Una pecca l'ho trovata, come no?, questa generazione (mi riferisco al regista), forse perché ancora non ha dei figli? riesce ancora solo a vedere come ci riusciamo male, ad allevare i nostri figli quelli che di figli ne abbiamo avuti, ma non affronta il problema di come fare meglio. Voglio dire, i personaggi saccrificati nel film sono i bambini -gli unici bambini-, tra anoressia e bulimia, tutto rimane in famiglia, della psicologa ed il bello Stefano Accorsi, che riesci sempre a ftrovare l'occasione per farsi sorprendere con quella faccia di pesce lesso come se dicesse: fate voi, che io sono troppo indaffarato a mostrare la mia bellezza. Nessuno si preoccupa di quei poveri bambini, perché l'interesse è foccalizzato sulla coppia gay o no, sulla coppia adulta e sui rapportoi amorosi tra giovincelli.

Passerà anche questo morbillo?

Mah.

Musica "latina", bella la canzone finale, facile facile, piena di buoni sentimenti, ma non solo.

mercoledì 5 novembre 2008

si può

Gli States hanno detto sì al cambiamento che rappresenta Obama. Tutto è possibile allora?
Come diceva quella canzone di Giorgio gaber: Si può?

La parte maschile della famiglia è rimasta:

a) alzata tutta la notte per non perdere un voto di quello che succedava
b) ha acceso il computer prima di ingoiare il pane e nutella della colazione, a rischio di perdere il passaggio che gli da la vicina, visto che oggi è mercoledì e tocca a lei

Ed io sono qua, che rifletto sui diversi modi di partecipare alla cosa pubblica. Tanto, te ne accorgerai in questi prossimi anni, di chi ha vinto! gli ho urlato dietro.

Proprio ieri la mia amica B. mi mandava un messaggio disperato dall'Italia:

[...] sono sempre più schifata dalla situazione politica, non so se sai che siamo già caduti nel baratro (qualche settimana fa pensavo fossimo in discesa velocissima, ma non ancora così in basso): si è instaurata una nuova forma di fascismo, quatto quatto, e gli italiani, già idiotizzati dalle televisioni del neo-napoleone che hanno così intelligentemente eletto, riceveranno il colpo di grazia con la condanna a morte della scuola pubblica (non è proprio il caso di chiamarla riforma, sarebbe un'ulteriore presa per i fondelli).

Mah... La mia sarà freddezza politica?

martedì 4 novembre 2008

novembre




Tutti i santi, festa dei morti, pioggia e streghe, zucche e castagne...
Siamo in pieno lavoro, attendiamo i risultati delle elezioni negli States.

Alcuni alunni hanno già incominciato a sfliare. Quante incertezze, cambiamenti, nella vita degli adulti, quanti desideri detinati a non durare. Sottile, il filo che ci lega ad impegni non obbligati, a piaceri autoimposti...