martedì 15 maggio 2007

valeria parrella

(Valeria Parrella. foto dalla pagina linkata. Effettivamente ha un bel sorriso)


Ho appena aggiunto un link tra i miei link amici: la narratrice Valeria Parrella. Insegnante di lingua, mi trobo a dover fare leggere agli alunni, compito difficile, non solo perché i loro gusti non sono i miei (differenze di età, di patroni culturali, di interessi...), ma anche e soprattutto perché la maggioranza legge poco e niente, ha letto poco e niente in nessuna lingua. Oppure hanno letto: I pilari della terra, Il Codigo da Vinci ( e va già bene), "un libro in italiano di cui non ricordo il nome"... Stephen King. Beh, sembra invece che Per grazia ricevuta, il secondo libro della Parrella, portata in classe dalla mia collega, abbia avuto un successone. Me lo sono fatta imprestare anch'io e confermo: meravigliosa!

Mi sono fatta arrivare attravverso ibs Mosca più balena, ho cercato su google chi ne parlasse... Ho trovato questa pagina -personale?- in cui si stabilisce un dibattito sulle virtù della sua letteratura
Vi troverete il solito dibattito: ma non è un po' esagerato il successo che ha avuto questa donna con solo due libri pubblicati? Ma non sarà la solita raccomandata? È una borghese, di classe alta e bla bla.
È possibile che si parli solo di letteratura in termini di successo e di classe sociale?

Per me è evidente che alcuni interventi dimenticano la cosa essenziale per me e per tante lettrici (e per qualche lettore, mi auguro): i personaggi femminili di Parrella sono davvero figure nuove, consapevoli, padrone del loro destino, sia quale sia il ruolo che abbiano deciso di assolvere. Sono viste attravverso gli occhi di una donna che non si lascia accattivare da modelli maschili pretesamenti neutri.`Sono personaggi che danno la sensazione di essere "veri" e che allo stesso tempo propongono sempre realtà vincenti. Non sono ricche, famose, belle o viziate dal destino, ma sanno inventarsi la propria vita malgrado tutto e tutti.
Credo che le donne siamo stufe di leggere di donne perdenti, alcoolizzate, invecchiate, sottomesse e tristi. Le donne di Valeria non sono nè donne in carriera, nè bambole, nè sedutrici, nè depresse ... Tiriamo un lungo respiro e ci riconosciamo -finalmente!- in queste donne che si vivono in prima persona, che decidono, che fanno e che (ci) sanno fare, e che sanno ridere anche di sè stesse...
E poi c'è il linguaggio, il rapporto teso tra italiano e dialetto ben usato e ben dosato. E l'ironia. E le storie. E la poesia. Una poesia inattesa, sorprendente. Chi avrebbe osato paragonare il profumo del sonno di un bambino ad una mela gratuggiata? Lei l'ha fatto. E chi paragonare le fantasie infantili di una bambina all'atteggiamento della madre che si aggrappa alla illusione?
E c'è il ritmo, perfettamente studiato. E le riflessioni, fatte come en passant... E poi c'è anche Napoli, una Napoli che non si rassegna a ripetere il propri luoghi comuni...
Veramente ammirevole. Di che cosa vi stupite? Cos'altro volete dalla vita? E dalla letteratura?

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