domenica 1 marzo 2009

Perdere per guadagnare

Da quando ho incominciato a leggere libri scritti da amiche ed amici, ho scoperto che si legge in modo molto diverso quando conosci ed hai un qualche rapporto positivo con l'autore o l'autrice, di modo che alla fine sono arrivata a leggere i libri che davvero m'importano come se fossero scritti da mani amiche ed è così che mi sembra di capirli meglio e di gustarli in un modo più intenso.

Inizio così un piccolo commento della mia ultima lettura, questa volta non in italiano, scusatemi, Perdre per guanyar, di Montse Barderi, con chi condivido tra altre cose (che ho scoperto leggendo il libro) l'appartenenza alla Fondazione Maria-Mercè Marçal e, naturalmente, la passione per la sua opera e per quello che viene chiamato il suo compromesso con la vita, con le donne, con la lingua, con le parole.

Perdre per guanyar è sì un libro di self-help, ma non è solo questo. C'è riflessione (molta), c'è senso dell'umore, c'è filosofia e c'è letteratura. C'è una voce vera che parla in prima persona, la voce di una donna che ha conquistato le scoperte che ci offre e la strada che ci spiega di aver percorso. C'è ironia ed autoironia, c'è umiltà e c'è un tocco di grazia.

Io l'ho letta come ho letto la Parrella, la Ginzburg e la Maraini, la Morante e la Weil, tra altre, come amiche, come un'amica. E come con loro ne sono contenta e le sono grata.

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