
Inizio così un piccolo commento della mia ultima lettura, questa volta non in italiano, scusatemi, Perdre per guanyar, di Montse Barderi, con chi condivido tra altre cose (che ho scoperto leggendo il libro) l'appartenenza alla Fondazione Maria-Mercè Marçal e, naturalmente, la passione per la sua opera e per quello che viene chiamato il suo compromesso con la vita, con le donne, con la lingua, con le parole.
Perdre per guanyar è sì un libro di self-help, ma non è solo questo. C'è riflessione (molta), c'è senso dell'umore, c'è filosofia e c'è letteratura. C'è una voce vera che parla in prima persona, la voce di una donna che ha conquistato le scoperte che ci offre e la strada che ci spiega di aver percorso. C'è ironia ed autoironia, c'è umiltà e c'è un tocco di grazia.
Io l'ho letta come ho letto la Parrella, la Ginzburg e la Maraini, la Morante e la Weil, tra altre, come amiche, come un'amica. E come con loro ne sono contenta e le sono grata.
Nessun commento:
Posta un commento